Marketing telefonico aggressivo: come difendersi dalle telefonate indesiderate

Il marketing telefonico aggressivo. Molto spesso un semplice fastidio, a volte un vero e proprio problema. Chiunque ha avuto a che fare con telefonate, negli anni sempre più frequenti ed insistenti, di call-center, operatori o agenzie di servizi. L’intento è sempre di illustrarci nuovi piani tariffari per la telefonia, contratti di somministrazione più vantaggiosi, richieste di contributi per Onlus e associazioni più o meno fantasiose o simili.

Marketing telefonico aggressivoIl mercato del procacciamento di affari , specie in via telefonica, ha conosciuto un boom esponenziale negli anni 2000. Inizialmente sulle linee fisse e successivamente invadendo, per quanto possibile, anche quelle mobili. Vien da se che non è piacevole per un ufficio che sta lavorando ricevere decine di telefonate al giorno. Così come è particolarmente fastidioso essere disturbati magari dopo pranzo il sabato pomeriggio sul cellulare.

Il Registro Pubblico delle Opposizioni

Il fenomeno del marketing telefonico aggressivo è diventato brevemente così significativo che, a seguito di pressioni di associazioni di consumatori e di privati, si giunse al Decreto del Presidente della Repubblica del 7 settembre 2010, n. 178. Il Dpr in questione predispose l’attivazione del Registro Pubblico delle Opposizioni. Si tratta di un registro gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico. La registrazione nello stesso è gratuita e a tempo indefinito, come parimenti la cancellazione e garantisce la tutela da chiamate indesiderate verso i numeri registrati sui pubblici elenchi.

Efficacia limitata del Registro

Nonostante sia uno strumento utile che ha arginato il reperimento indiscriminato dei numeri di telefono dai pubblici registri, il Registro Pubblico delle Opposizioni ha un’efficacia limitata. La stessa diventa effettiva, infatti, a partire dal 15esimo giorno dopo la registrazione dell’utenza e garantisce esclusivamente la possibilità di segnalare al Garante per la Privacy (con apposito modulo) l’operatore molesto.
Il problema essenziale riguarda la provenienza del contatto: il RPO tutela infatti soltanto i numeri pubblicati sui pubblici registri, mentre ormai gran parte dei contatti sono in registri privati ottenuti da terzi. In tal caso l’opposizione è del tutto inefficace.

I numeri registrati nei registri privati con consenso

Più frequentemente negli ultimi anni queste agenzie si servono di registri con dati di utenze passati direttamente da terzi. A dare il consenso spesso è proprio il consumatore, il più delle volte ignaro, quando scarica delle app su cellulare, quando si registra a dei social o a dei servizi online col proprio telefonino. Talvolta è condizione di registrazione e di utilizzo di un servizio dover accettare di autorizzare la possibilità di utilizzare i propri dati a fini di marketing e ricerca e la si accetta obtorto collo. Ma molto più spesso è lo stesso consumatore a non leggere attentamente cosa accetta nell’installazione di app o nella sottoscrizione di contratti.

Alcune dritte per limitare il problema del marketing telefonico aggressivo

Il più delle volte è possibile evitare questa autorizzazione togliendo la spunta da una semplice casella (o viceversa non apponendola). Questo di fatto è il modo migliore per evitare di essere bersagliati da telefonate indesiderate o quantomeno ridurle sensibilmente.
Ma se il danno è stato già fatto? Si può comunque, una volta espresso il consenso, revocarlo con comunicazione diretta all’operatore/agenzia cui è stato espresso. Avrete l’infausto compito, in sostanza, diidentificare ogni soggetto cui avete espresso il consenso per ogni servizio/app attivato e inviare una comunicazione specifica. Buona fortuna!

 

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